Oggi ho letto l’articolo su Repubblica di Roberto Saviano, e sebbene sia rivolto a chi ha un pubblico a cui parlare, mi sento di prender parte.
Si tratta di un grido d’allarme chiarissimo e ancor più dificile sarà, per chi tace, nascondersi dietro un “non sapevo…” o un “non immaginavo sarebbero arrivati a tanto”.
Anche chi, poco temerario, dovesse pensare al danno personale che potrebbe subire schierandosi, deve rendersi conto che c’è sempre un punto passato il quale il danno fatto alla Società civile è, per quota parte, superiore al danno personale. Che vantaggio avrà un giornalista che, avendo accettato il regime, potrà dare solo notizie approvate e preconfezionate? Non sarebbe meglio per lui stesso lottare per conservare la libertà?
Io mi sono formato con docenti a cui brillavano gli occhi mentre spiegavano il trade-off tra libertà ed uguaglianza, e mi sono quasi commosso quando ho scoperto che gli articoli 2 e 3 della Costituzione sposavano così bene l’una con l’altra. Allora mi dissi: “potrò capire che stiamo tornando al fascismo quando qualcuno proverà a negarci entrambe”.
Ecco perché oggi rispondo all’appello di Saviano, perché ci siamo…